Mostra Cividale

Sobria nobiltà del Patriarcato medievale

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Con il patrocinio di

Inaugurazione 31 maggio ore 18.00 Museo Cristiano e Tesoro del Duomo. Cividale Del Friuli, UD. Via Giovanni Battista Candotti 1. Seguirà rinfresco

Marquardo di Randeck (circa 1300-1381, Patriarca dal 1365)

Marquardo nacque intorno al 1300 da una famiglia nobile, quella dei von Randeck, originaria della Svevia, che era al servizio dei duchi di Teck. Iniziò il suo percorso di studi nella scuola cattedrale di Augusta, per poi continuarli all’università di Bologna in diritto canonico. A Bologna divenne procuratore della nazione tedesca, funzione che attualmente possiamo definire come rappresentante degli studenti provenienti dall’area tedesca dell’università. Terminati gli studi tornò ad Augusta per insegnare nella scuola cattedrale ed iniziò a progredire all’interno della gerarchia ecclesiastica. Inoltre, iniziò anche a svolgere parallelamente un’attività diplomatica per conto dell’imperatore Ludovico il Bavaro.
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Tra le varie mete visitate ci fu anche Avignone, sede papale del tempo, dove entrò in contatto con le maggiori cariche ecclesiastiche, tra cui il papa. Nel 1348, seppur inizialmente non gradito dalla popolazione e dal clero locali, venne eletto vescovo di Augusta. Nel 1354 accompagnò l’imperatore Carlo IV di Lussemburgo alla sua incoronazione a Roma, al servizio del quale svolse numerosi incarichi in Italia.
Sotto pressioni dell’imperatore e col benestare del papa Urbano V, Marquardo venne eletto Patriarca di Aquileia il giorno 23 agosto 1365, succedendo a Ludovico della Torre. Una volta raggiunto il Friuli, a dicembre dello stesso anno, combatté contro Rodolfo IV d’Asburgo, duca d’Austria, per riprendersi tutti gli insediamenti un tempo patriarcali, che col tempo erano passati agli Asburgo. Il 30 maggio del 1366 terminarono questi scontri in favore di Marquardo, che ottenne il controllo di numerose città, tra le quali Venzone, Vipava e la muda di Chiusa, perse da Niccolò di Lussemburgo, ma non riuscì a recuperare Pordenone.
Seguì un periodo di relativa tranquillità, nel quale Marquardo si adoperò a restaurare la basilica di Aquileia, danneggiata dal terremoto del 25 gennaio 1348, dandole un aspetto più gotico. Sempre nel 1366 venne composto il codice legislativo chiamato Constitutiones patriae Foriulii, che rappresenta la base del diritto friulano, il quale rimase in vigore anche dopo la conquista veneziana del Friuli nel 1420 e venne mantenuto fino al 1797, anno in cui finì l’esistenza della repubblica di Venezia. Di particolare, questo codice prevedeva l’equiparazione nella successione tra la linea maschile e quella femminile. Altra fonte importante composta in questo periodo fu la raccolta edita nel 1847 col titolo di Thesaurus Ecclesiae Aquileiensis. Questo testo, scritto da Odorico Susanna e terminato dal figlio Giovanni, che comprende testi anche di epoche precedenti, rappresenta la volontà di riordino dell’amministrazione, dei beni (per conoscere con maggiore, esattezza i tributi a lui dovuti), dei privilegi e dei feudi patriarcali. Inoltre, vengono descritte le investiture dei patriarchi da Gregorio di Montelongo fino a Marquardo. Queste riforme giuridico-economico-amministrative gli permisero di centralizzare il patriarcato, come avevano tentato in precedenza sia Bertrando di Saint Geniés che Nicolò di Lussemburgo, ma con successi inferiori. Ciò permise a Marquardo di governare il Friuli direttamente e con successo, limitando le tendenze autonomistiche di varie città e signori e limitando anche gli scontri tra essi. Questo maggior potere e controllo portò Marquardo anche a fortificare varie zone di confine, sia ad est che ad ovest.
Per quanto riguarda invece l’economia, Marquardo si avvalse notevolmente di banchieri e mercanti toscani, in particolar modo fiorentini, che numerosi si stabilirono nella regione, portando con sé non poche ricchezze.
Per quanto riguarda i rapporti con le potenze confinanti, Marquardo fece parte della lega antiveneziana compostasi durante la guerra di Chioggia o quarta guerra veneziano-genovese (1378-1381). Contro Venezia, che poteva contare solo sull’aiuto dei Visconti, signori di Milano, e di Pietro II, re di Cipro, si allearono la repubblica di Genova, Francesco da Carrara, signore di Padova, Luigi I il Grande, re d’Ungheria, Marquardo di Randeck, patriarca di Aquileia, Leopoldo III, duca d’Austria, Andrea e Bartolomeo della Scala, signori di Verona. L’obbiettivo di Marquardo era quello di scacciare i veneziani dall’Istria e di riprenderne il controllo completo, ma dalla guerra ottenne di fatto solo Trieste.
Marquardo morì pochi mesi prima della fine della guerra di Chioggia, il 3 gennaio 1381, a Soffumbergo e venne sepolto nella basilica di Aquileia, dove, durante la sua ristrutturazione, si era fatto preparare un monumento funebre di fronte all’altare. Egli fu l’ultimo patriarca ad essere sepolto in questa basilica.
La figura di Marquardo è tuttora ancora viva in Friuli, difatti durante la “messa dello spadone”, a Cividale, ogni 6 gennaio viene rievocato il suo arrivo a Cividale (7 giugno 1366) e la sua investitura temporale, avvenuta il 6 luglio 1366 nella medesima città.

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